venerdì 27 maggio 2016

TTIP - STOP


Il TTIP è un trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico che ha l’intento dichiarato di modificare regolamentazioni e standard (le cosiddette “barriere non tariffarie”) e di abbattere dazi e dogane tra Europa e Stati Uniti rendendo il commercio più fluido e penetrante tra le due sponde dell’oceano.

Motivazioni e critiche.  (fonte wikipedia)

Joseph Stiglitz sostiene che l'accordo comporterà una riduzione delle garanzie e una mancanza di tutela dei diritti dei consumatori.

I proponenti sostengono che l'accordo sarà causa di crescita economica per i paesi partecipanti, mentre i critici sostengono che questo aumenterà il potere delle multinazionali e renderà più difficile ai governi il controllo dei mercati per massimizzare il benessere collettivo. Uno studio della Tufts University del Massachusetts mette addirittura in discussione gli impatti positivi del trattato, evidenziando l'effetto di disarticolazione del mercato interno europeo, di depressione della domanda interna e della conseguente diminuzione del PIL europeo. Il governo statunitense considera il TTIP come un accordo che accompagna un altro trattato proposto, conosciuto come Trans-Pacific Partnership. Dopo la divulgazione di una bozza della proposta nel marzo 2014, la Commissione europea ha lanciato un giro di pubbliche consultazioni on line, aperte a tutti i cittadini della Comunità europea, su alcuni temi rilevanti del trattato, inclusa la contestata clausola ISDS (Investor-state dispute settlement) con pubblicazione, nel gennaio 2015, di relazioni sulle consultazioni e una panoramica generale.

Tra le critiche più importanti sono quelle che riguardano il mondo del farmaco e dell'alimentare, essendo essi già da tempo oggetto di ampi e diffusi fenomeni di disease mongering, che potrebbero aumentare con la deregolamentazione che il TTIP produrrà.

La bozza del trattato contiene limitazioni sulle leggi che i governi partecipanti potrebbero adottare per regolamentare diversi settori economici, in particolare banche, assicurazioni, telecomunicazioni e servizi postali.

Secondo la stessa Commissione Europea tra i contenuti del trattato di partnership commerciale ci sarà l'introduzione di un arbitrato internazionale (denominato ISDS-Investor-state dispute settlement) che permetterà alle imprese di intentare cause per «perdita di profitto» contro i governi dei paesi europei, qualora questi portassero avanti legislazioni che potenzialmente possano mettere in discussione le aspettative di profitto delle stesse imprese (come è capitato con il caso Vattenfal - Governo tedesco sulla chiusura delle centrali nucleari o il caso "Veolia contro Governo egiziano" sull'aumento del salario minimo dei lavoratori, quindi a favore dei diritti sociali).

Qualsiasi soggetto economico privato, se danneggiato nei suoi investimenti, avrebbe diritto a compensazioni a valore di mercato, aumentate di interesse composto. Sarà ammessa la libera circolazione dei lavoratori in tutte le nazioni firmatarie, ed è stato proposta l'ammissibilità, per i soggetti economici privati, di muovere azioni legali contro i governi in presenza di violazione dei diritti attuali

Una critica metodologica al negoziato è la supposta mancanza di trasparenza: i vari stadi di avanzamento dell'accordo non sono resi pubblici e sono difficilmente accessibili agli stessi europarlamentari che dovranno approvarlo.

Inoltre, diversi economisti utilizzando diversi modelli econometrici ritengono il TTIP possa portare ad un calo dei salari nonché ad un aumento della disoccupazione e della disgregazione sociale in Europa; una lettura contraria a quella presentata dalla Commissione europea, secondo la quale TTIP potrebbe portare ad un calo della disoccupazione e ad un aumento degli investimenti.


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