domenica 18 novembre 2012

LA REINCARNAZIONE E L’UOMO STORICO NEL PENSIERO DI G. KREMMERZ

 

LA REINCARNAZIONE E L’UOMO STORICO NEL PENSIERO DI G. KREMMERZ

 La reincarnazione per noi è un semplice episodio della  immensa  lotta visibile   e invisibile della vita e dell’esistenza e il principio anima o spirito è materia  quanto e come comporta la manifestazione   di una intelligenza involuta e quindi subisce nella reincarnazione non un dispositivo di ordine morale, ma la legge dell’affinità di sangue e di eredità. (C,I,167)-
Noi non siamo delle tabacchiere nuove fabbricate volta per volta per presentarci vacue e pronte a essere riempite del sapere mutevole della scienza  che avanza. Il concetto delle anime create una ad una dalla  fabbrica centrale  della  divinità che ne ha la privativa è un po’ balordo. Non varrebbe la pena di essere costruiti,  soffiati, torniti per soffrire un numero di anni della nostra esistenza piena di manchevolezze, per poi finire senza  una continuazione in cui si mettano a profitto le esperienze fatte. Dico che è semplicemente   stupida un’idea su cui si sono adagiati, senza  troppa considerazione, tutti  i non reincarnazionisti.  E questa  scema  rassegnazione  è dovuta alla  propaganda delle idee  religiose  che non ammettono nessuna  felicità sulla  terra. (D,72)-
Il concetto che l’anima  o  lo spirito  di una  persona, fuggendo  da un  corpo  al momento di morire ,possa  vagare a suo agio come un essere vivente con un corpo diafano , invisibile   ai vivi, e poi reincarnarsi,  è idea  dello spiritismo      moderno. L’idea antica,  quella attribuita a Pitagora,    che entrando in un  tempio riconobbe le  sue  armi che in una  vita precedente aveva portato e poi offerte ex-voto a Minerva, è più sintetica, ma non spiega come e per quale via egli si fosse  immesso  in un corpo nuovo.
E se il passaggio da un corpo all’utero di una madre fosse  immediato? E se invece di un’anima venisse  fuori un seme,  un embrione, un atomo misterioso che compendiasse  tutta l’esperienza  della vita finita e dovesse questo  germe, per conservare la  sua  virtù, attaccarsi, prima  della  fecondazione, ad una materia viva onde esserne  alimentato?
E se questo germe avesse la possanza  di cadere in uno stato  letargico, in un eccezionale  e specifico  disseccamento da attendere in condizioni di riposo senza pensiero, che un richiamo o una feconda voce, in un atto copulativo, lo attirasse nella   voragine   venerea   per   risvegliarlo   e   determinarlo   al   compimento   della   sua autocreazione, in un oscuro antro senza  luce e in bagno di sangue ?
E se la natura stessa di questo seme  impedisse   la sua sopravvivenza nello stato  di attesa e fosse,  per non sfidare una definitiva distruzione, obbligato per urgenza di aiuto ad attaccarsi ad un uovo fecondato o fecondabile di animali  di una specie   inferiore,un cane, un cavallo, un agnello? (D,73)-
L’idea della reincarnazione è prepitagorica (SM,II,363 )
La religione pagana ritrae gli dei nell’atto olimpico di trasmutare  i loro amanti in bestie  o in vegetali:  non perché il mito non abbia il  suo  significato   occulto scientifico, ma,  e  soprattutto, perché  il  concetto della trasmigrazione  delle  anime non era né nuovo, né inaudito in una religione nella  quale le divinità trasformavano creature umane in vegetali  e bestie,  invertendola graduatoria delle evoluzioni, involvendo nella  materialità chi li  aveva traditi  o  ingannati (A,380)-
Tutte le religioni contengono il domma della reincarnazione e il cristianesimo      cattolico  ha una pratica quotidiana dei suoi  sacerdoti  che vuol ricordare e perpetuare il secreto.  La dottrina secreta comprende e svolge tutta la evoluzione dell’anima  umana non in una sola esistenza terrena, ma in una serie  di lunghe vite che rappresentanola completa  evoluzione dello spirito  fino alla  conquista della sua libertà primitiva(.A,376 e seg.)-
Nel processo reincarnativo di uno stesso individuo o degli individui di uno stesso gruppo o famiglia  le forme corporee , la fisionomia, le singolarità  dei tratti  si riproducono: il perché va ricercato nell’influenza dello spirito da reincarnarsi    (spirito,per intenderci, come residuo efflatuso respirato) sulla  tessitura delle  forme che  devono  rispondere alla   potenzialità  del  suo carattere,   e  al  suo  dominio padronale. Questo  è un enunciatoermetico    che la scienza  profana non può ammettere  senza prove convincenti, ma l’ermetismo che lo accetta   dimostra che tanto più il corpo fisico  e grave deve obbedire alla  propria mentalità   (intelligenza  e pensiero) per quanto esso non acquistò le sue forme che armonicamente create dal principio.(C,II,58n.)-
Un’anima che si disincarna, per quanto eterea, conserva gli elementi  sublimati  del suo corpo fisico  che lascia, e psichicamente  conserva la memoria latente  di tutti gli avvenimenti che si sono svolti  sotto i suoi   sensi  corporali.
Se  un  processo  reincarnativo è  possibile,      la  sua  reincarnazione  è determinata  dalla  maggiore affinità   e  simpatia    dei caratteri   psichici     e  fisici dei genitori putativi che si va a scegliere  o che è costretta   a scegliersi.      I consanguinei sono più certamente i preferiti, e tra i consanguinei quelli   che più psichicamente   gli rassomigliano.  L’atavismo, eredità psichica  e morbosa, vuol dire già una predestinazione  del rinato a un fine e ad una evoluzionedi vita che ha carattere  determinativo.
L’atavismo psicologico e costituzionale   è già un destino in embrione. Ma il fanciullo rinato è costretto  nella morsa dell’educazione e della  imitazione  incosciente   nei primi anni d’infanzia. All’epoca  della  pubertà nelle  prime crisi   di  amore indefinito, il  suo  essere  storico  comincia  a  riaffacciarsi      e  l’adattamento all’ambiente  nuovo diventa totale  se per sua natura è passivo  di suggestione,  o parziale se il suo individuo occulto è ribelle a metà, o non vi è adattamento   possibile   se l’anima storica  di lui è in contraddizione assoluta   con i fattori della nuova vita. Il suo destino nel primo caso è in gran parte determinato dalla storia  e dal carattere  atavico; nel secondo dall’atavismo  così come ora è inteso e dal ricordo più caratteristico della sua esistenza precedente; nel terzo dalla personalità  occulta   che nettamente  delinea   la vita nuova. (SM,II,259 )
Se nell’embrione che si sviluppa in una donna e percorre il suo cammino da infante ad adolescente  si ammette  che sia inclusa  un’anima vecchia, una che ritorna sulla  scena  della vita dalla rappresentazione di una commedia umana precedente e chiusa,  se si ammette  la reincarnazione degli umani, bisogna convenire che l’adattamento al gruppo familiare e sociale nuovo o il riadattamento vecchio, rappresentano due fatiche di intensità   differente. Nel primo caso se la famiglia o il gruppo sono nuovi è solo  l’educazione o l’abitudine alle  nuove forme e idee  che agisce, inverniciando con uno strato nuovo la personalità anteriore che è posta non solo  a tacere, ma a sonnecchia re poi a dormire .(SM,II,398 )
I reincarnati che emersero per doti o vizi sono riconoscibili  quando rinascono nello stesso ambiente.
L'atavismo  e l’eredità  sono modi di osservazione  della nostra scienza  contemporaneache non ancora ammette  la reincarnazione dei  morti. Bisognerebbe  studiar  molto anche i  caratteri   delle  infermità   fisiche   che  si riproducono con costanza. (C,II,232)-
Ogni uomo può risvegliare la sua individualità quando  la  contribuzione dell’astralità dei genitori della  sua  carne o  forma presente non costituisce tale  un  sostrato nuovo che inabissa l’antico.
Ogni uomo  che nasce  subendo l’astralità dei genitori, nel periodo della  sua  educazione nuova  amalgama  il  fattore suo, principale o storico,  ai fattori atavici  e li cementa con una formadi adattabilità all’ambiente, direi con  una  vernice che  è  il  frutto  della  sua  esperienza  pedagogica e  acquista      una fisionomia   rinnovellata. (C,I,180)-
Noi insegniamo a non influire neanche sulla  volontà dei bambini, onde l’uomo storico  che vi si nasconde possa  trovare la via più confacente alla propria evoluzione, indipendentemente dalla morale transitoria.  (SM,II,94) -
La storia  della vita passata è incisa sillaba a sillaba nel disco del fonografo umano, dell’uomo vivo, il karma secondo la concezione buddica; è la memoria istintiva di tutti  i dolori , di tutte le pene, di  tutti   gli  spasimi  che  ripudia ogni  rifiorire di  vecchie litanie   di  privazioni e immolazioni dell’essere,   e aspira   alla  concezione della vita di uomini associati, dopo che si sono integrati  nei loro  poteri naturali e satannici. 
I  ricorsi  del Vico  vanno  spiegati   con l’identità storica  occulta   e costante  degli uomini che fecero la storia  anteriore a noi. I dolori umani e sociali   hanno profonda radice nella coercizione dell’anima  storica  di ogni individuo.
Le manifestazioni  incoscienti   dei fanciulli sono i caratteri  generali  di ella loro opera antica. Il fabbro di tante vite si fa obbedir e dal ferro ; gente che non ha visto il mare, si sente  nelle vene il diritto di dominare le onde, donne poverissime  hanno il senso  dell’eleganza più raffinata.
E’ impossibile   che il mercante che abbia un’anima storica  di mercante più o meno fenicio, non  sia  un  mezzo  ladro…
Se  accertassimo     con  un  “anagrafe” occulta    che  noi (cioè collettività)   siamo  sempre gli stessi sotto maschere  diverse, ci potremmo mettere  d’accordo per rendercimeno aspra la vita. (A,591 e n.)-
Piangere i morti? È meglio amarli perché per una legge ermetica  che è legge occulta   di natura, l’amore ci riunisce alle persone sparite:  non perdute , ma sperdute.
Se io amo profondament e un fratello morto lo richiamo e lo ritrovo vivo, cioè  in carne ed ossa,  in abito nuovo.(C,II,414)-
Muori e ritorni se sei il chicco di grano biondo e non bacato…muori e non ritorni se la tua anima eterea è graveolente come il fango  della  tua materia  corporea…  La  reincarnazione  è  una  legge inesorabile  come la morte…
Morte e  rinascita: disfacimento  e  reincarnazione: mezzo trasmutatorio  l’identico uriele   che presiede  alla  combinazione della  chimica  dei  laboratori, alla  formazione dei cristalli, alla  caduta del polline dalle  antere, alla  protuberante sovranità  del caprone in un gregge di pecore, all’amore degli uomini, alle crisi  grandiose degli elementi  che distruggone  vivificano…la  verità   è  nella  investigazione  che una  scuola  prettamente  positiva  deve compiere in sé e  per sé,  cioè  che ogni  discepolo o  affratellato  deve dirigere dalla  sua coscienza  normale agli stati profondi della volgareincoscienza  in cui si rinviene l’archivio delle nostre esistenze passate,   prossime, prossimissime e lontane. E il problema della morte e della   resurrezione   per   rinascita   va   studiato   così.(SM,II,253-254-255-256)- 
In   una superchimica  più intensamente   intesa,  amore è morte, come morte è amore integrativo di forme novelle – più precise, più consentanee ai bisogni del creatore, nella autocreazione de propria novella umanazione(SM,II,251) – …. io non vi dico che cosa saremo  dopo morti.
Passeremo  in un altro piano, per tornare nuovamente quaggiù, con l’eredità         nostra, cioè col nucleo vitale,  evoluto o no, a seconda che avremo  o non avremo  lavorato. Solo le anime  evolute possono sapere ciò che furono nelle  precedenti umanazioni… (Per eredità) non si deve intendere quella avuta dal babbo o dalla  mamma ,perché quest’ultima eredità ha carattere secondario.
Il bambino che nasce ha il proprio nucleo vitale  dotato di forza psichica, nucleo che gli viene  dalle  umanazioni anteriori,  cioè nucleo che è l’eredità avuta da se stesso, la  quale varia  a seconda delle  prove anteriormente subite e della  volontà più o meno esercitata.
A questa eredità propria si unisce in piccola misura la forza psichica proveniente dal padre e dalla madre, cioè in una quantità tale che non è capace di modificare sostanzialmente la tonalità del nucleo vitale.
Se  così  non  fosse,  come  si  spiegherebbe,  per  esempio,    che  da  genitori spregiudicati nasce  talvolta  un bambino religioso?
Un bambino – cioè  – che ha spiccate  tendenze morali assolutamente diverse da quelle dei genitori?
Ed egli le sue tendenze le sviluppa  malgrado l’opposizione dei suoi educatori. Nell’essere  umano, al didentro della  forma  carnale, vi è dunque il nucleo vitale  che è il sostrato delle  vite anteriori.
È questo nucleo che noi dobbiamo perfezionare, evolvere,  educare.(SM,III, 233–234)-
Il desiderio  di molti di conoscere la propria storia  antica, ovvero la storia  e la struttura  della  personalità   riumanizzata, non  può  avere risposta, nei  casi  ordinari, che nell’esame   degl’impulsi e degli istinti.    Solamente  quando la purificazione della  coscienza propria è un  fatto compiuto, il  laboratorio di riserva  o  seconda volontà comincia, sulla coscienza  moderna, a riprodurre le immagini stereotipate delle vite vissute,   fino in taluni   a raggiungere la possanza  e l’onniveggenza di un demone che tutto sa,  tutto conosce, tutto preannunzia, tutto può.  (SM,II,160) -
Se  noi siamo  dei  reincarnati, cioè  dei  morti che abbiamo rivestito  nuove maschere umane, portiamo nel nostro intimo, sotto forma di istinto, o di memoria chiara e  nebbiosa, o  di impulsi  incoscienti,   la  storia,  il  carattere   storico permanenteche si è formao determinandola nostra individualità.
Cioè dopo tante vite ed in tante reincarnazioni il nucleo pensante nostro si è forgiato a caratteri  spiccati   e specifici   in un modello eternamente resistente alle influenze che non combaciano con le nostre abitudini, con i nostri  pensieri e con le nostre simpatie.  Ecco quello che io chiamo uomo o individuo storico che  è  in  noi. (D,142)-
Tutto ciò  che  l’uomo  profondamente sente   senza   spiegarselo, appartiene all’occulto  essere che è in noi, all’uomo antico, il quale agisce  impulsivamente  e rettamente   secondo l’esperienza   acquisita     nella  lunga serie   delle  sue  reincarnazioni. Le sensazioni   fisiche  si spiegano coi sensi comuni a tutti  gli uomini, ma i sentimenti   che sono percezioni dell’anima, non possono – il più delle volte – spiegarsi   senza  la singola storia  di un’anima umana, la quale conserva in sé memorie precedenti manifestantisi sotto formadi istinti.     
L’amore, la  carità,  la  simpatia, l’antipatia   per cose  e  persone, le  repulsioni e  le attrazioni fatali, non sono che verità  storiche dell’esperienza  dell’anima  umana.(SM,III,25 9)
L’uomo interiore è il papà (qui es, eris,  fuisti);  l’uomo cosciente,  inibitore:  per educazione, per idee inculcate, per ambiente nel quale si vive, per rispetto alle leggi morali, alle civili, alle penali, alle  religiose,  reprime ogni manifestazione  della personalità  storica  (l’entità nascosta, il Saturno latente) appena questa non vive consenziente alla reazione del personaggio esterno e cosciente.  (SM,II,393-394)- Dice l’uomo storico che è in noi,l’uomo antico che in ognuno di noi è reincarnato, io sono,fui, sarò, forma cabalistica anteriore e posteriore al Cagliostro. (A,590)-
Quello che modernamente si chiama   nell’uomo corpo astrale fu detto e indicato da simboli  che si potrebbero tradurre uomo lunare o corpo lunare, un essere o parte dell’essere umano che stabilisca il limite  tra la coscienza  presente e l’entità  storica  reincarnata; in questo, limite   l’uomo storico interiore manifesta  la sua tendenza sotto la manifestazione  istintiva e l’uomo moderno esteriore  ripone le conquiste di conoscenza esperimentale nuova.
Questa zona intermedia  corrisponderebbe in molti punti ad un deposito della memoria più recente  e ad un  laboratorio sintetico  per trasformare le  sensazioni     esteriori   e  i  giudizi  dell’uomo contemporane o a materiali   di erudizione che vanno ad assimilarsi alla  entità  storica  occulta. Ho adoperato la parola memoria non a caso. Lo stato  di non coscienza  è stato  di oblio: il sonno nell’uomo ordinario è come l’anestesia delle sensazioni   patologicheo semplicemente normali; i sogni, di cui già parecchi studiosi  si occupano dal punto di vista  della psicologia e della fisiologia, dovranno essere esaminati   alla luce dell’influenza interiore della entità storica sull’elaborazione  delle  immagini reali  più recentemente  in possesso della  nostra psiche… L’individuo o personalità occulta   sarebbe laboratorio di riserva mentale, ove tutto il passato  e le nuove cognizioni sono sinteticamente custodite. (C,II,143-144 e n.)-
L’uomo non ha mai la neutralità necessaria   nel giudicare le sensazioni   al loro giusto e preciso valore.
Questo  è un enunciato che voi potete esaminare  sperimentalmente   in voi e negli altri.  L’uomo, che nel colmo della sua potenza percettiva può essere neutro, che può cioè conservare la coscienza serena, intatta,  separata  dalla  sensazione   e pronta a giudicarla senza  interesse alcuno, è di dieci  chilometri  più su di tutto il livello  della  folla umana.
Le sensazioni pervengono al nostro cervello non solo  modificate  dal nostro interesse,   filtrate  attraverso le piccole   passioni del  momento, secondo la  nostra coscienza e  le  abitudini delle  cose  sentite,  ma  anche attraverso i ricordi del nostro individuo storico.(D,   140-141)-
Il vero personaggio storico che è in ogni uomo, non dimentica e non tace neanche negli esseri più idioti: rappresentando la coscienza  oscura di ognuno che viene sulla  terra, l’entità  antica si presenta in tutte le crisi violentemente   con   manifestazioni   impulsive   e   nella   vita   pacifica   quotidiana   con manifestazioni  strettamente e tacitamente istintive.   (C,II,154-155)-
In noi una parte è antica e una seconda è recentissima. Questa parte antica  (l’uomo storico) è il midollo, il centro, la fava dell’uomo esteriormente  visibile,  ragionante con una coscienza  formata dalle sensazioni e dall’adattamento della sua mentalità all’ambiente in cui opera…
La nostra filosofia ieratica o semplicemente pitagorica ammette  come fondamentale l’idea che in noi, come si è detto innanzi, una parte è antica  (uomo storico) e una seconda è recente.
La parola scientifica rappresentante questo individuo storico che è la nostra anima solare involuta in un nembo di nera nebbia, non è ancora fabbricata, ma neanche nelle  religioni contemporanee vi è una concezione della personalità  storica  in noi,che non è anima sola o spirito o efflato puro, ma un insieme  di materia, di spirito, di tradizione, tendenza e ricordo di un’attività speciale che arriva alla  nostra coscienza   di uominiviventi e vegetanti  come il mentorepei personaggida commedia,  nei  momenti   più  critici     di  oblio  e  di  impotenza.  (SM,II,388 e  seg.)-
L’integrazione dell’uomo comincia   quando  la  personalità    cosciente     combacia con  la coscienza  dell’uomo occulto e storico.  Chi non capisce  questo, è inutile che si metta  a fare saggi di magia, perché è destinato  ad un insuccesso     ogni quarto d’ora.(SM,II,48)-
Allora solamente  il noviziato ermetico     accenna a dare i suoi  frutti, quando la coscienza  è libera  di valutare una doppia corrente: la sensoria  o sensitiva     che ci arriva dalla periferia; la istintiva, che comincia a denudare le tendenze dell’uomo antico in noi.(SM,II,16 0) -
Nella simbologia lineare  dei cabalisti,     il  triangolo col vertice  in su  è  la  vita  palese,   cosciente,   visibile     e sensibile…  Se il triangolo è capovolto,  come un cuneo infisso  nella profondità della terra, è la vita occulta, misteriosa, nel buio non sondabile della morte dell’uomo, l’uomo vitale  nel suo incosciente,   l’astrale   nebbioso, oscuro,  profondo,  che non  appartiene più alla   vita esteriore  visibile.
Il doppio triangolo cioè penetrazione dei due, in modo che il livello terreno si ferma all’intersecazione media dei lati,  è il tipo del mago, uomo integrato tra l’apparente coscienza  esteriore   (triangolo in alto ) e l’occulto della sua coscienza  (triangolo inferiore) che tiene luogo del dio occulto con tutto il suo appannaggio di poteri. (SM,II,390 )
Coloro che sono più progrediti e che veggono, odono, sentono e discorrono con quest’essere interiore, ne arrivano a percepire tutti  i palpiti, tutti  i sentimenti,  tutte le più leggere oscillazioni   fino a comprenderne il  linguaggio più fulmineamente elettrico,  più caratteristicamente sensibile.
Questi  individui più progrediti  hanno  il  dovere  di  insegnare agli  altri   la  esistenza  di quest’amico interiore che ognuno porta con sé,  di consigliare  i modi più elementari  per meglio entrarvi in rapporto e, tra le altre necessità,    spiegare agli afflitti,  agli infelici, ai sordi, ai presuntuosi, che l’uomo progredito non ha bisogno di scienze  vane e teorie  insane, e che il libro della  sapienza  eterna gli è aperto appena è in grado di intendere il linguaggio della sfinge enigmatica di cui egli stesso è il tabernacolo sacro. (SM,III,534)

 

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"Giuliano Kremmerz" - L'Uomo

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